Autorizzazione Paesaggistica
>> RICHIEDI PREVENTIVO PER AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA <<
Con il termine autorizzazione paesaggistica si fa riferimento a un provvedimento amministrativo obbligatorio indispensabile in caso di interventi in aree soggette a tutela paesaggistica, per monitorare la compatibilità tra i lavori programmati e l’interesse paesaggistico tutelato.
L’Italia è un Paese estremamente ricco dal punto di vista culturale, paesaggistico e ambientale, è quindi una responsabilità dello Stato tutelare la bellezza di questi tesori con dei provvedimenti su misura.
In questa guida completa sull’autorizzazione paesaggistica illustreremo nel dettaglio tutte le caratteristiche specifiche di questo provvedimento, quando è necessario e come compilare in modo corretto questa domanda senza incorrere in eventuali sanzioni.
Cosa è l’Autorizzazione Paesaggistica
Come accennato in precedenza, l’autorizzazione paesaggistica è un provvedimento amministrativo necessario nel caso in cui si desideri avviare degli interventi in un’area sottoposta a tutela paesaggistica.
Sia che si tratti di costruire un nuovo immobile che di attuare delle modifiche a un determinato paesaggio, vi sono alcuni casi in cui è necessario essere in possesso di questa autorizzazione specifica a causa delle peculiarità di determinate aree tutelate dallo Stato.
Questa tutela comporta infatti la qualifica di “area soggetta a tutela paesaggistica” ove per portare a termine costruzioni o effettuare modifiche è necessario dapprima ottenere l’autorizzazione da parte dell’ente competente.
Sarà quest’ultimo a verificare che gli interventi proposti non vadano a danneggiare in qualunque modo il contesto, concedendo l’autorizzazione, altrimenti la domanda avrà esito negativo e sarà impossibile procedere ulteriormente con i lavori desiderati, che verranno considerati a tutti gli effetti un illecito.
L’autorizzazione paesaggistica, inoltre, si suddivide in ordinaria e semplificata.
Nel primo caso è necessaria in tutte quelle situazioni in cui si desidera effettuare un intervento significativo che richiede un lungo procedimento (durata che non deve comunque superare i 120 giorni), nel secondo, invece, è obbligatorio richiederla nel caso in cui i lavori incidano in modo lieve sull’ambiente e il termine di conclusione dell’intervento sia entro i 60 giorni.
Quali sono però le aree soggette a tutela paesaggistica e di conseguenza, in concreto, quando serve l’autorizzazione paesaggistica?
Riferimenti normativi
>> RICHIEDI PREVENTIVO PER AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA <<
La normativa di riferimento per quanto riguarda l’autorizzazione paesaggistica è stata di recente modificata con l’introduzione di una legge che ha riformulato le modalità con cui deve essere effettuata la domanda e le tipologie di beni e ambienti per i quali è obbligatorio richiederla.
In particolare è necessario fare riferimento al Dpr n. 31/2017, al suo interno sono presenti tre allegati in cui sono specificate le differenti tipologie di procedure da attuare a seconda del tipo di intervento e di paesaggio d’interesse: autorizzazione paesaggistica ordinaria, semplificata o ad intervento libero.
Quando serve l’autorizzazione paesaggistica
Secondo la normativa vigente, sono considerati beni paesaggistici da tutelare gli immobili e le aree di importante interesse pubblico.
Per questo motivo è necessario ottenere l’autorizzazione paesaggistica in caso di:
- cose immobili che sono caratterizzate da una notevole bellezza naturale, di rilievo storico o peculiarità geologiche;
- aree verdi, come parchi o giardini, e ville che spiccano per la loro bellezza fuori dal comune;
- immobili all’interno di centri storici che hanno un particolare valore dal punto di vista estetico e storico;
- paesaggi dai quali si goda di spettacoli unici, con una vista o un belvedere eccezionalmente notevoli.
Sono inoltre considerate aree di interesse paesaggistico:
- zone costiere comprese entro i 300 metri di profondità dalla battigia;
- le aree limitrofe ai laghi entro i 300 metri di profondità dalla battigia;
- i corsi d’acqua, come fiumi o torrenti, indicati nel testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, comprese le sponde entro i 150 metri;
- le zone montane al di sopra dei 1.600 metri per quanto riguarda la catena delle Alpi e i 1.200 metri per la catena degli Appennini;
- i ghiacciai;
- le riserve e i parchi, sia nazionali che regionali, e i territori limitrofi di protezione degli stessi;
- le zone boschive e i territori sottoposti al vincolo di rimboschimento;
- le aree destinate ad un uso civico o assegnate alle varie università agrarie presenti sul territorio nazionale;
- le zone vulcaniche;
- i siti di interesse archeologico.
Tutte queste aree richiedono, quindi, che venga approvata la domanda di autorizzazione paesaggistica prima di procedere con qualunque tipo di intervento.
L’iter procedurale è molto preciso e richiedere di attraversare alcuni step stabiliti, sia per quanto riguarda le tempistiche che le modalità di redazione della domanda.
Come dovrebbe essere redatta un’autorizzazione paesaggistica
>> RICHIEDI PREVENTIVO PER AUTORIZZAZIONE PAESAGGISTICA <<
Uno dei punti principali da considerare durante la redazione dell’autorizzazione paesaggistica è la relazione paesaggistica, un allegato obbligatorio che deve essere realizzato da un tecnico abilitato, necessario al fine del rilascio della determina da parte dell’ente competente.
La relazione paesaggistica è, infatti, un documento indispensabile tra i diversi allegati da presentare per ottenere l’autorizzazione, poiché è una base essenziale per l’ente per approvare o meno la richiesta.
É proprio attraverso questo documento che il tecnico determina la compatibilità o l’incompatibilità degli interventi da attuare con l’area interessata e l’eventuale impatto effettivo. Attraverso questo documento tecnico vengono forniti dettagli specifici sul tipo di intervento previsto, sulla sua compatibilità con le aree in cui sarà effettuato e sull’impatto effettivo sul paesaggio, così da valutare quella che sarà la portata delle trasformazioni che potranno avvenire a seguito dei lavori.
L’assenza di questo allegato determina in automatico la nullità della richiesta ed è quindi importante verificare di esserne in possesso prima di procedere presso l’ente di riferimento.
Per quanto riguarda quest’ultimo punto, l’ente che si occupa della verifica delle diverse richieste di autorizzazione e del rilascio delle stesse è la Regione, previo parere della Soprintendenza.
La Regione può però decidere di delegare questo compito ad un altro ente locale (Comune,
Provincia o Città metropolitana) è quindi necessario controllare attraverso il sito della Regione quale sia l’ente preposto nella propria zona.
L’art. 146 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio indica anche un termine massimo entro il quale l’ente deve obbligatoriamente rispondere alla richiesta, che sono 105 giorni in caso di esito positivo e 115 giorni se rilascia parere negativo.